A Come Andromeda è uno sceneggiato televisivo in cinque puntate trasmesso dalla RAI nel 1972, diretto da Vittorio Cottafavi.

 
4 gennaio 1972: sul canale Nazionale (così si chiamava allora Rai Uno) inizia la prima puntata di uno sceneggiato un po’ anomalo per il pubblico televisivo di allora abituato essenzialmente a trasposizioni televisive di romanzi classici. Su una colonna sonora un po’ New Age ante litteram compaiono le immagini di una grossa antenna (è il radiotelescopio inglese di Jodrell Bank) e appare la scritta “A come Andromeda” con una frase aggiuntiva che preannuncia la fantascienza in TV: “questa storia si svolge in Inghilterra l’anno prossimo”. E’ la prima puntata di uno sceneggiato che resterà nella storia della televisione italiana e che rappresenta quasi sicuramente una delle massime espressioni della fantascienza in televisione. Lo sceneggiato si inserisce in un’epoca in cui sono state fatte importantissime scoperte scientifiche (è di qualche anno il primo allunaggio e il primo trapianto di cuore) e l’umanità dimostra in ogni momento una fiducia elevata nella scienza e nella tecnologia e di conseguenza nel domani. Sull’onda dell’entusiasmo per l’esplorazione spaziale l’Umanità si pone un quesito fondamentale e ancora attualissimo: c’è vita nell’Universo? Su questa domanda si dipana la storia narrata in “A come Andromeda”.
Prima dell’inaugurazione del più potente radiotelescopio inglese viene captato un segnale proveniente dalla galassia di Andromeda. L’astronomo John Fleming (Luigi Vannucchi) si accorge con stupore che è un segnale intelligente e riesce a decodificarlo.Il contenuto del segnale si rivela stupefacente: rappresenta l’insieme delle istruzioni per la costruzione di un supercalcolatore che in seguito provvederà a clonare una donna (Andromeda). La storia si dipana fra la consapevolezza di un incontro con un’intelligenza aliena e la paura legata alle intenzioni ignote legate a questo incontro. Vengono così toccati alcuni temi che a tutt’oggi sono attualissimi: intelligenze aliene, informatica, clonazione. Il romanzo da cui è tratto lo sceneggiato è stato scritto qualche anno prima da Fred Hoyle che, oltre a essere un famoso scrittore di fantascienza, è anche un altrettanto famoso astronomo e da John Elliot. La sceneggiatura di Inisero Comaschi, unita alla sapiente regia di Vittorio Cottafavi, ci regalano 5 puntate ricche di forte emotività. Il cast degli attori è di tutto rispetto: oltre al compianto Luigi Vannucchi (bravissimo attore e appassionato di fantascienza) vi sono Paola Pitagora, Tino Carraro e Nicoletta Rizzi che interpreta l’algida Andromeda (in un primo tempo la parte era stata assegnata a Nicoletta Strambelli ovvero Patty Pravo). Completano il cast un nutrito gruppo di bravissimi caratteristi fra i quali è opportuno ricordare Giampiero Albertini e Sandro Tuminelli. Riviste con gli occhi di oggi alcune scene e l’assenza di effetti speciali fanno un po’ sorridere ma i quesiti filosofici di fondo e la plausibilità e verosimiglianza della storia continuano a far rimanere incollati al video gli spettatori oggi come allora. E’ sicuramente da ricordare, pur nella sua semplicità, la scena con cui si chiude la terza puntata: l’immagine di Andromeda (Nicoletta Rizzi) che compare dall’oblò della macchina che ha permesso la clonazione di un essere umano. Una curiosità: “A come Andromeda” era stato trasmesso in sette puntate dalla BBC (protagonista Julie Christie) nei primi anni ’60 e, sfortunatamente, le cassette contenenti le singole puntate sono state cancellate: l’edizione televisiva italiana resta quindi l’unica disponibile.

 
 
 
Stagione Unica Italiano
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01 – Prima puntata
02 – Seconda puntata
03 – Terza puntata
04 – Quarta puntata
05 – Quinta puntata

 
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